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Home Servizi pubblici locali - Società partecipate

Comuni a corto di banche, ristagna il credito per le imprese

Redazione Anci Abruzzo di Redazione Anci Abruzzo
27/04/2022
in Servizi pubblici locali - Società partecipate
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Comuni a corto di banche, ristagna il credito per le imprese

Sono 4900, secondo l’Osservatorio sul Terziario di Manageritalia, gli enti locali che registrano una netta diminuzione del numero di sportelli sul territorio e peggiori condizioni di accesso ai finanziamenti per le aziende.

Il Meridione vede sparire gli sportelli  bancari, che sono la metà in rapporto alla popolazione rispetto al  Nord Italia, mentre al Sud le imprese scontano un costo di accesso ai  finanziamenti sensibilmente più alto. Il focus dell´Osservatorio sul Terziario di Manageritalia traccia una fotografia del sistema  bancario italiano che vede una netta diminuzione del numero di  sportelli sul territorio e peggiori condizioni di accesso al credito  delle aziende nel Meridione. Nel corso del 2021 si è registrata una forte riduzione del numero  degli sportelli bancari attivi sul territorio italiano, da 23.481 di  fine 2020 ai 21.650 a fine 2021 (ben 1.831 sportelli chiusi in un  solo anno). La diminuzione ha riguardato tutte le regioni italiane e sono ben 4.902 i Comuni della Penisola che non hanno neanche uno sportello bancario nei propri confini. Al Sud, dove la presenza  fisica degli istituti sul territorio era già molto ridotta, si conta  la minore presenza pro capite di sportelli che sono concentrati solo  nei grandi centri.

Nell´Italia Meridionale si è passati, infatti, dai  30 sportelli ogni 100.000 abitanti del 2015 ad appena 23 sportelli  nel 2021. Nello stesso periodo in Italia gli sportelli sono passati  dai 48 ogni 100.000 abitanti del 2015 ai 35 nel 2021, con una  maggiore densità nel Nord Est in cui nell’ultimo anno si contano ancora 49 sportelli attivi ogni 100.000 abitanti (ma erano 69 nel  2015). La provincia con maggior numero di sportelli in rapporto alla  popolazione è Trento, con 69 sportelli ogni 100.000 abitanti, il  Trentino è la prima regione d´Italia (66 sportelli), l´ultima  provincia è Caserta con appena 15 sportelli ogni 100.000 abitanti,  penultima Reggio Calabria che ne ha appena 16, mentre l´ultima  regione d´Italia è la Calabria, che con 340 sportelli ne ha appena 18  ogni 100.000 residenti. Negli ultimi anni il sistema bancario italiano ha ridotto significativamente la sua presenza fisica sul territorio per una  molteplice serie di fattori. Innanzitutto l’avvento  di Internet e dell’home banking ha spinto gli istituti di credito a chiudere sportelli e a spostare online una grossa parte dei servizi offerti, basti pensare che tra il 2004 e il 2020 la quota d’individui che utilizzano servizi bancari online in Italia è aumentata  da meno dell´8% al 40%.

Le banche italiane, poi, hanno definito la presenza territoriale  degli sportelli in funzione dell’attività economica delle imprese nel  territorio e non in funzione della maggiore o minore popolazione.  Così il Nord Est del paese è l’area a maggiore densità di sportelli  in relazione alla popolazione, anche grazie alla grossa quota di  mercato che BCC e Casse Rurali – tradizionalmente molto presenti sul  territorio – rivestono in queste zone. Nel Sud invece gli istituti di  credito mantengono aperti la metà degli sportelli in rapporto alla popolazione rispetto al Nord, anche a causa della minore presenza d’istituti e delle dimensioni medio grandi degli operatori bancari con  una minore differenziazione dell’offerta. Anche la decrescita del numero di sportelli nei singoli territori è stata molto più veloce  nel Meridione, che per primo ha subito drastici tagli. Se si analizza poi la diffusione capillare degli sportelli sul  territorio – spiega l’Osservatorio – il divario appare ancora più marcato.

Emerge chiaramente  una visibile disparità fra le regioni appartenenti a due gruppi di  macro-aree: da un lato il Nord-Est e il Centro, le cui regioni sono caratterizzate in maggioranza da una copertura del territorio  superiore all´80%, con picchi di oltre 90% in Emilia Romagna, Toscana  e Trentino- Alto Adige; dall’altro lato le regioni del Sud e Isole mostrano una copertura molto varia ma, in generale, più bassa, con  una media del 50% di Comuni coperti, tra il picco della Puglia all’80% e il Molise, in cui i 27 sportelli presenti riescono a  coprire appena il 20% dei Comuni, mentre in Calabria, penultima regione per copertura territoriale, solo 127 Comuni (il 31%) hanno  almeno uno sportello bancario mentre ben 277 non ne hanno nemmeno  uno.

L’eccezione in questo caso è il Piemonte, quartultima regione  d´Italia, in cui solo il 40% dei Comuni ha almeno uno sportello, meno  dell´Abruzzo e della media italiana che è del 58%. Anche nel campo del credito alle imprese  si conferma il divario tra i territori, a tutto vantaggio delle aziende del Nord. Le condizioni finanziarie che le banche concedono dipendono dai rating aziendali e di conseguenza penalizzano generalmente il Sud e le Isole, dove si osservano costi medi di  finanziamento della liquidità più alti di oltre il 2% rispetto al Nord e una minore disponibilità di credito in rapporto  all´occupazione. Il costo dei prestiti per esigenze di liquidità  (TAE) nelle regioni del nord e del centro è inferiore al 3,5% del  finanziamento, mentre nelle regioni del sud il costo del credito  arriva fino al 7%. Nel 2021 la differenza media fra i tassi richiesti  nel Nord-Est e nel Meridione si è attestata oltre i 2 punti  percentuali, con tassi inferiori al 3% in Veneto e Trentino e superiori al 4% in Campania e Basilicata, vicini al 7% in Calabria,  che vanta il triste record di regione più cara d´Italia per il costo dei finanziamenti bancari alle imprese.

A creare questa forbice nel costo del credito concorrono diversi  fattori. Da un lato, elementi che contribuiscono a creare una differente percezione della rischiosità imprenditoriale da parte  degli istituti, come le dimensioni aziendali, la presenza o meno di  ecosistemi imprenditoriali sviluppati o il settore di appartenenza  delle imprese (e la relativa destinazione degli investimenti e della  liquidità). Dall’altro, la competizione nel mercato del credito a livello locale, con la possibilità di esercitare un maggiore potere  di mercato da parte di quelle (poche) banche che operano su territori già poco serviti. Rimangono invece più contenuti gli spread territoriali sui prestiti connessi a esigenze di investimento. In  questo caso, a registrare un costo medio del credito più basso sono Lazio e Piemonte, verosimilmente grazie a grossi prestiti  concessi alle aziende di grandi dimensioni che hanno sede nei capoluoghi di queste due regioni. Anche in questo caso, comunque,  sono le imprese del Nord-Est a godere tassi medi inferiori rispetto alle altre macro-regioni, mentre le regioni del Sud e le Isole sono  fanalini di coda.

 

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