Seguici su:
Facebook
LinkedIn
Telegram
WhatsApp
Email

“Splendori d’Abruzzo. Faggete vetuste d’Abruzzo sito Unesco Patrimonio dell’Umanità”, venerdì 18 maggio a Vasto

“Splendori d’Abruzzo. Faggete vetuste d’Abruzzo sito Unesco Patrimonio dell’Umanità” è il titolo del convegno che si terrà venerdì 18 maggio. ore 17:oo, presso la Pinacoteca di Palazzo D’Avalos, Vasto. Il convegno è organizzato dal Club dell’Unesco di Vasto, con la collaborazione del Comune di Vasto e di Anci Abruzzo e con l’adesione del Parco nazionale d’Abruzzo e dei Comuni di Lecce nei Marsi, Opi, Pescasseroli, Scanno e Vallelonga.

Le faggete vetuste del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, patrimonio dell’Unesco, sono il primo sito protetto in Abruzzo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

Il riconoscimento è stato assegnato nello scorso anno al presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara, al presidente della comunità del Parco Antonio Di Santo e ai sindaci di Villavallelonga, Lecce nei Marsi, Pescasseroli, Scanno e Opi. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono state selezionate cinque faggete, per una superficie complessiva di 937 ettari, ricadenti nei comuni della provincia dell’Aquila. Oltre a Val Cervara, in vita da oltre 500 anni, sono state riconosciute le faggete di Moricento (Lecce nei Marsi), Coppo del Principe e Coppo del Morto (Pescasseroli) e Cacciagrande (Opi).

Le faggete abruzzesi rientrano nel patrimonio Unesco ‘Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa’, riconosciuto nel 2007, ampliato nel 2011 con alcune foreste tedesche e ulteriormente allargato lo scorso luglio a foreste di altri 13 Paesi europei, tra cui l’Italia. Al riconoscimento hanno collaborato anche l’Università della Tuscia e la Direzione generale per la protezione della natura del Ministero dell’Ambiente.

Tutti i siti ricadono all’interno di aree individuate come Riserva Integrale nella pianificazione della Legge 394/91 “Legge Quadro sulle Aree Protette”.

I cinque nuclei individuati si distinguono per la loro elevata naturalità, caratterizzata da un mosaico di forme strutturali appartenenti a tutte le fasi del ciclo strutturale della faggeta, e per la loro collocazione geografica lungo il crinale principale dell’Appennino.

Le faggete che hanno ottenuto il riconoscimento ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale (560 anni) e la faggeta della Val Cervara è, attualmente, l’unico esempio conosciuto di foresta primaria in Italia.

Il Riconoscimento da parte dell’UNESCO porta a compimento un lungo lavoro, che negli ultimi 3 anni è stato coordinato dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per tutti gli Enti italiani coinvolti.

L’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale è il riconoscimento di un lungo lavoro di conservazione e di studio che i Parchi italiani fanno, dimostrando che con un lavoro di squadra e di rete si possono raggiungere risultati importanti.