Pubblichiamo il Censimento generale del personale in servizio presso gli enti locali al 31 dicembre 2018.
Il degrado dei centri urbani, soprattutto nelle grandi città, ha riproposto, negli ultimi anni, con crescente urgenza, il tema della polizia locale e della necessità di un riassetto organizzativo e funzionale adeguato ai sempre più gravosi compiti dei quali viene investita.
L’esigenza avvertita in molti territori di un miglioramento della qualità della vita e della convivenza sociale è direttamente proporzionale ad un’efficace azione di contrasto di quei fenomeni, oggi purtroppo diffusi, di violazioni delle regole civiche che si ripercuotono negativamente sulla vivibilità delle città generando nella popolazione un diffuso senso di insicurezza.
In tale contesto la polizia locale può svolgere un ruolo determinante di regolatrice dell’ordinato svolgimento della vita sociale nello spazio pubblico cittadino.
Tale funzione deve essere esercitata non duplicando o sovrapponendosi a compiti di sicurezza già svolti dalle forze dell’ordine dello Stato, ma vigilando sul rispetto di quelle regole di civile convivenza che prevengono il consolidarsi di comportamenti che generano degrado nei quartieri delle città. Data la complessità delle odierne società e dei contesti urbani, lo svolgimento di tali compiti richiede una professionalità adeguata alle circostanze sia per quanto riguarda la conoscenza della normativa che disciplina molteplici settori sia per quanto concerne l’utilizzazione di modalità operative più consone.
Le condizioni di insicurezza derivano spesso da piccole prevaricazioni che molti cittadini quotidianamente subiscono e alle quali spesso sono costretti ad assuefarsi per la carenza di controlli da parte delle pubbliche autorità.
La polizia locale, che rappresenta l’istituzione più prossima ai cittadini, proprio per la conoscenza del territorio, può efficacemente intervenire per contrastare tali fenomeni e può essere il terminale di segnalazioni sulle criticità di ogni parte di territorio in cui l’ordine e la sicurezza sono messi in pericolo da tali comportamenti.
Per ottenere risultati apprezzabili sotto tale aspetto, occorre oltre ad una riqualificazione professionale anche una modifica degli assetti ordinamentali sui quali già da tempo è in corso il dibattito parlamentare e che va affrontata con pragmaticità e concretezza anche nella predisposizione degli strumenti più idonei in relazione ai gravosi compiti assolti dalla polizia municipale. Uno degli obiettivi che il legislatore si è proposto anche con le recenti normative è quello di valorizzare le politiche integrate di sicurezza urbana in cui i vari soggetti istituzionali (Stato, Regione, Città metropolitane Province e Comuni) concorrono tra loro, attraverso accordi regolati dalla legge, a realizzare le migliori condizioni di sicurezza sul territorio.
Diverse disposizioni, negli ultimi anni, introdotte da provvedimenti normativi d’urgenza (D.L. 14/ 2017; D.L. 113/ 2018), sono intervenute per il rafforzamento della sicurezza urbana ed in special modo prevedendo assunzioni di personale della polizia municipale in deroga ai vincoli di finanza pubblica vigenti.
Il sopra citato D.L. 113/ 2018 ha istituito un fondo di 2 milioni di euro per il 2018 e di 5 milioni di euro per il 2019 e per il 2020 per il potenziamento delle iniziative in materia di sicurezza urbana dando inoltre la possibilità di un maggiore budget per le assunzioni a tempo indeterminato e finanziando le assunzioni a tempo determinato in deroga ai limiti di spesa per il lavoro flessibile.
Nonostante l’orientamento del legislatore vada in direzione di un ampliamento delle capacità assunzionali specie per la polizia municipale, si devono registrare interpretazioni giurisprudenziali ancorate al dato testuale che non prevede esplicitamente una abrogazione dei criteri del turnover, tuttora indispensabile per poter procedere ad assunzioni di personale e che costituisce in materia uno dei principi di coordinamento della finanza pubblica.
Ci si riferisce alla delibera n. 50/ 2019/ SRCPIE/ PAR con la quale la Sezione Regionale di controllo per il Piemonte della Corte dei Conti, nell’esercizio della funzione giurisdizionale consultiva, ha reso il parere circa la corretta interpretazione dell’art. 35 bis del richiamato D.L. 113/ 2018 che, al fine dipotenziare gli interventi in materia di sicurezza urbana, consente, per l’anno 2019, ai comuni che nel triennio 2016/ 2018 hanno rispettato i vincoli di finanza pubblica, di assumere a tempo indeterminato personale di polizia municipale nel limite della spesa sostenuta per detto personale nell’anno 2016 e fermo restando il conseguimento degli equilibri di bilancio. Tali assunzioni sono in deroga all’art. 1 c. 228 della L. 208/ 2015 che ha consentito le assunzioni di detto personale nel limite del 25% della spesa del personale cessato nell’anno precedente e nei comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti, a certe condizioni fino al 75%.
Tuttavia, in osservanza del principio del turn over la citata Corte argomenta:
“…se da un lato l’art. 35 bis del D.L. n. 113/2018 amplia le facoltà assunzionali in termini di budget per il personale di polizia municipale, facendo riferimento alla spesa sostenuta nel 2016, non per questo interviene a modificare i criteri di fondo individuati per il calcolo dei risparmi di spesa e, dunque, non modifica le linee di principio consolidate in materia; il fatto poi che tale budget sia espresso in termini di valore assoluto di spesa (2016) e non di percentuale di turn over (nella fattispecie sarebbe il 100 per cento rispetto al 2016) non implica che vengano a modificarsi i criteri di definizione del turn over stesso e in definitiva il significato ormai consolidato di cessazioni dal servizio ai fini del coordinamento e del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica……”.
In definitiva – conclude la Corte dei Conti – la disciplina del turn over contenuta in varie norme avvicendatesi nel tempo, determina la capacità assunzionale e i limiti della stessa sulla base di una costante correlazione tra la spesa per le cessazioni intervenute negli anni precedenti e lo spazio finanziario previsto dalla legge per nuove assunzioni in base ad una percentuale di tale budget. Ciò non può che applicarsi anche alla speciale fattispecie di cui all’art. 35 bis del D.L. 113/ 2018 la quale ha inteso ampliare il limite di spesa per il 2019, lasciando tuttavia invariate le altre diverse e consolidate regole che disciplinano la materia delle assunzioni ai fini del coordinamento e del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica.
Oltre a ciò nel provvedimento cennato sono state previste altre misure quali:
- accesso alla banca dati interforze del CED del Ministero dell’Interno per verificare l’esistenza di provvedimenti di ricerca nei confronti delle persone controllate nel corso di servizi di polizia stradale (art.18);
- utilizzazione, in via sperimentale, di armi comuni ad impulsi elettrici, i cosiddetti taser (art. 19);
- porto d’armi senza licenza fuori del territorio di appartenenza per il caso di necessità dovuto alla flagranza dell’illecito commesso sul territorio di competenza (art. 19 ter).
Attraverso tale specifica normativa il legislatore, raccogliendo le istanze provenienti dagli organi di governo delle amministrazioni locali, ha inteso incrementare l’efficacia e l’efficienza degli interventi pubblici in materia di sicurezza urbana.